Salvatore Nuvoletta si era arruolato nei Carabinieri all’età di 17 anni. Arrivò a Casal di Principe come primo incarico

Siamo a Marano di Napoli. È il 2 luglio 1982. Salvatore Nuvoletta è un carabiniere. Presta servizio nella caserma di Casal di Principe. Oggi è il suo giorno di riposo ed è seduto davanti ad un bar. Tiene in braccio un ragazzetto di nove anni, figlio di un suo conoscente. Una voce, alle sue spalle, lo fa voltare all’improvviso “Salvatore Nuvoletta…”. Salvatore intuisce che qualcosa sta per accadere e lancia il bambino che aveva in braccio distante da lui, salvandolo così dalla pioggia di colpi mortali che si scaglia su di lui.

Salvatore Nuvoletta si era arruolato nei Carabinieri all’età di 17 anni. Arrivò a Casal di Principe come primo incarico. La motivazione dell’agguato rimase a lungo sconosciuta, sino a quando non emersero dettagli dalle confessioni rese dal pentito Carmine Schiavone. Nel corso dell’operazione che portò all’arresto di Mario Schiavone, nipote di Francesco “Sandokan” Schiavone, ci fu un conflitto a fuoco. “Menelik”, questo il soprannome di Mario Schiavone, fu ucciso. La camorra decise di vendicarsi. L’omicidio di Salvatore Nuvoletta fu un vero e proprio atto di ritorsione decisa dal cartello camorristico di Casal di Principe, allora retto da Antonio Bardellino. Salvatore Nuvoletta, anche per la sua giovane età, risultò il bersaglio più semplice e meno protetto. Per commettere l’omicidio, i casalesi di Bardellino chiesero il benestare della famiglia camorristica di Marano di Napoli, il Clan Nuvoletta, che fornì anche gli uomini, il supporto logistico necessario e il killer Antonio Abbate, sodale della famiglia Nuvoletta.

Salvatore Nuvoletta era nato a Marano di Napoli il 22 giugno 1962. Alla memoria di Salvatore Nuvoletta è stata assegnata la medaglia d’oro al merito civile per aver sacrificato la sua vita per contrastare la criminalità organizzata.

Roberto Greco per referencepost.it