Si è svolta oggi, presso i locali dell’Istituto secondario di primo grado statale “Antonio Pecoraro” di Palermo, la cerimonia di piantumazione di un albero di melograno in memoria del giornalista ucciso dalla mafia Mario Francese, e del figlio Giuseppe.

Ha introdotto e moderato l’incontro il dirigente scolastico Margherita Francomano; presenti in sala Simonetta Casa del Lions Club Palermo Federico II, Maurizio Carta, assessore all’Urbanistica del Comune di Palermo, Giulio Francese, giornalista e figlio di Mario Francese, Antonio Balsamo, presidente del Tribunale di Palermo, Rosa Mazzamuto, Ispettore capo della Polizia Municipale.

Mario Francese, che proprio oggi avrebbe compito 98 anni, è stato il primo giornalista d’inchiesta, attivo verso la ricerca della verità in contrasto con la mafia, nei confronti della quale, con le sue ricerche, le sue inchieste e i suoi scritti, è divenuto sempre più scomodo, fino al punto di sacrificare la propria vita, strappata proprio per mano mafiosa in 26 gennaio del 1979 in via Campania.

Il delitto è stato archiviato e dimenticato per circa venti anni, fino a quando, per volere del figlio Giuseppe, l’indagine è stata riaperta ed ha portato ad un processo e alle relative condanne traendo linfa vitale proprio dalle incessanti ed estenuanti ricerche, trascrizioni e digitalizzazioni dell’opera di papà Mario per mano appassionata e mai arresa di Giuseppe. Terminata questa sua operazione di ricerca della verità, Giuseppe sentì di aver terminato la missione, e si tolse la vita; per tale ragione anche Giuseppe Francese è annoverato tra le vittime della mafia.

La prof.ssa Francomano ha descritto l’impegno della scuola nell’ambito di ambiziosi progetti di riqualificazione del quartiere e della piazza Francese in particolare, proponendo la pulizia e il riordino degli spazi urbani e l’intitolazione di una strada, attualmente senza nome, a Giuseppe Francese.

A raccontare e ricordare le tristi storie di Mario e di Giuseppe sono stati proprio i ragazzi protagonisti della giornata che, con letture, riflessioni, disegni, giornalini e video, hanno ripercorso questa triste pagina della nostra storia contemporanea.

“Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo”, con queste parole di Josè Saramago, la prof.ssa Francomano passa la parola a Maurizio Carta che ha confermato l’intento di continuare a prestare sempre più attenzione agli spazi urbani comuni, intesti come una forma profondamente educativa al pari della scuola e della famiglia; nel dettaglio rimane ferma la volontà di restituire la piazza Mario Francese ai cittadini e soprattutto ai giovani del quartiere, affinché possa divenire un luogo di memoria e di condivisione.

Le piante di colorati ciclamini e il grande albero di “punica granatum” sono stati donati dal Lions Club Palermo Federico II che, fedele allo spirito di servizio, ha fatto sì che il ricordo divenisse memoria attiva, con il coinvolgimento delle istituzioni amministrative, di quelle associative di volontariato e soprattutto con i giovani.

La dott.ssa Simonetta Casa, del Lions Club Palermo Federico II, delinea un ricordo personale di Giuseppe Francese, come un ragazzo brillante che non si è sottratto al suo impegno e alla sua responsabilità; “voglio spronare appunto l’assunzione della responsabilità, dovete capire la vostra meta; il vostro carisma e il vostro entusiasmo non devono venire mai meno e dovete continuare a lottare per questa città, e noi Lions siamo al vostro fianco” ha detto la dott.ssa Casa al giovane uditorio presente.

“La mafia uccide il futuro, ma noi dobbiamo riprenderlo e costruirlo per tutti noi con impegno e dedizione” ha ricordato Giulio Francese ai ragazzi, che con commozione ha ricordato l’impegno e la responsabilità del padre, un grande esempio per tanti giovani. Infine ha ricordato come la riapertura del caso e il processo siano stati possibili esclusivamente grazie al lavoro del fratello Giuseppe, appena dodicenne quando morì il papà che, giorno e notte, si è occupato di sviluppare un prezioso lavoro di ricerca preziosissimo e insostituibile per le indagini e le sentenze.

A seguire il ricordo del dott. Antonio Balsamo, presidente del Tribunale di Palermo e giudice, assieme al dott. Guarnotta, proprio del processo per l’uccisione di Francese: “Sono veramente commosso di essere qui, sia per il luogo che per la persona che ricordiamo”, ha detto subito il giudice, facendo memoria proprio di piazza Europa e delle strade limitrofe, come luogo di socialità.

Nel suo ricordo il senso di scoramento e di mancanza di prospettive che aveva accompagnato il delitto Francese, in quanto cosa nostra, in quegli anni, decise di stendere una cappa di piombo sulla città: tale stagione continuò con l’uccisione di Cesare Terranova, di Piersanti Mattarella, di Boris Giuliano, Gaetano Costa, di Rocco Chinnici che poi continuerà negli anni a venire, definendo, secondo un titolo di allora ‘Palermo come Beirut’. Mario Francese, nel momento più difficile della nostra storia, è stato una figura fondamentale per la crescita sociale delle istituzioni internazionali; è riuscito infatti a fare luce su una serie di fatti di cui capiremo soltanto dopo l’importanza”.

A conclusione il saluto istituzionale del Corpo di Polizia Municipale, a nome del Comandante Margherita Amato a cura dell’Ispettore Capo Rosa Mazzamuto. Al termine degli interventi, l’appuntamento si rinnova nei giardini della scuola, dove ha avuto luogo la cerimonia di piantumazione dell’albero, simbolo di memoria, amore, speranza e futuro, nelle mani dei nostri giovani.

Carlo Guidotti (Articolo e foto)