Il 26 novembre del 1922, a Minneapolis, nasceva Charles Monroe Schulz, soprannominato Sparky, disegnatore che ideò decine di personaggi che presto divennero protagonisti assoluti del fumetto internazionale, raccolti insieme con il nome collettivo Peanuts. Peanuts, noccioline quindi, ossia piccoli elementi apparentemente tutti uguali ma profondamente diversi e unici.

Snoopy, Charlie Brown, Linus, Sally, Lucy, Marcie, Pig Pen, e poi Woodstock, Spike, Pipertita Patty e la ragazzina dai capelli rossi. Ma la galleria dei Peanuts non termina con questi nomi ma si arricchisce, di fumetto in fumetto, di striscia in striscia, e poi da cartoon in cartoon, di tante altre figure umane o umanizzate che fanno da coprotagonisti o da comprimari alle innumerevoli avventure vissute dai piccoli grandi amici.

Schultz, già da bimbo si dilettava nel disegnare e fra i suoi soggetti preferiti vi era il suo cane Spike, oggetto di una raffigurazione che spedì nel 1937 al famoso imprenditore e caricaturista Robert Ripley che la pubblicò, intuendone il talento.

Al termine del suo impegno come militare durante la Seconda Guerra Mondiale, prima in America poi in Europa, si dedicò più intensamente all’arte del disegno creando le prime strisce contenenti i tratti primordiali di quelli che saranno poi Snoopy e Charlie Brown nella sua prima striscia intitolata Li’l Folks, pubblicata nel 1947. Nel 1950 nascono quindi i Peanuts, che riempiranno le pagine di innumerevoli strisce, libri, edizioni critiche, antologie, enciclopedie, periodici, approfondimenti culturali, e poi ancora cartoni animati e lungometraggi.

Personaggi che con la loro assoluta semplicità e spontaneità mettono in risalto tutte le caratteristiche dell’essere umano, le frustrazioni, i sogni, gli ideali, le speranze, ma anche, inevitabilmente, le frustrazioni, le delusioni e il cinismo di quello che, talvolta, potrebbe apparire come un fato avverso.

Piccole storie vissute da piccoli personaggi, noccioline appunto, storie che coinvolgono il nostro cuore, la nostra mente, il nostro animo e la nostra memoria. Grandi storie, allora, che, celate dietro la poliedrica personalità di Snoopy – ora Asso della Prima Guerra Mondiale, ora Joe Falchetto, ora scrittore con la sua macchina da scrivere – o con le speranze disilluse ma sempre accese di Charlie Brown o mediante la sapienza e insicurezza di Linus, ritroviamo proprio noi stessi.

Grazie Schultz per averci donato tante simpatiche emozioni nelle quali ci rispecchiamo e leggiamo la nostra società, ieri come oggi e per averci regalato tanti personaggi, fino all’ultimo tuo Snoopy, da te disegnato con mano tremante ma decisa fino alla fine, fino all’anno 2000 quando hai lasciato la terra, per volare, chissà, fra le stelle a bordo della mitica cuccia di Snoopy a fianco dell’inseparabile Woodstock.

Buon centesimo anniversario Sparky!