“D’istinto, l’amarezza mi farebbe chiudere tutto, chiudere il mio ristorante, e lasciare la città e questo mestiere”.
Chi parla è Gigi Mangia, cuoco e ristoratore palermitano il cui locale, in via Belmonte, una strada pedonalizzata nel centro città, ha visto ridurre sensibilmente i posti fruibili del suo piccolo e caratteristico ristorante, alla riapertura dopo il lockdown.
“Il distanziamento anti contagio impone delle regole che noi siamo ben felici di rispettare – dice Mangia – ma la concessione di un’area all’aperto sarebbe fondamentale per la sopravvivenza della mia attività che, peraltro, crea lavoro per i miei collaboratori. Non si chiede ai Pubblici Amministratori di seguire l’esempio di alcune località dove il suolo pubblico, per aiutare le imprese, è stato dato in concessione gratuita. Io voglio pagare il giusto ma avere tempi certi. E come me tanti altri colleghi. Per fare impresa correttamente abbiamo bisogno di certezze e tempi brevi”.
Gigi Mangia precisa che la chiusura del ristorante è l’extrema ratio ma, se non ci saranno le condizioni per andare avanti, sarà l’unica alternativa possibile.