Si presenta a Palermo il libro “Femminicidio e violenza di genere” di Maria Concetta Tringali. L’appuntamento si terrà a Palermo il 6 giugno alle ore 17.00 presso Villa Niscemi, Sala delle Carrozze. Dialogheranno con l’autrice Leoluca Orlando, Giovanna Marano, Adham Darawsha, Giuseppe Mattina, Licia A. Callari, Iva Marino e Francesca Scalisi. La violenza sulle donne è un fenomeno ancora troppo spesso ignorato, pertanto, secondo la Dottoressa Marino, sono necessari atti concreti e incisivi, per dimostrare alle donne che non sono sole. Per combattere la violenza sulle donne grande importanza hanno i condizionamenti ambientali e il modo di pensare della società che in passato ha contribuito a tenere la donna in una condizione di inferiorità; il ruolo dalla pubblicità, che maggiormente propone modelli di femminilità rappresentati da stereotipi o immagini seduttive.
Anche se si è fatta molta strada nel riconoscimento paritario delle donne nella scuola e sul lavoro, nella famiglia purtroppo resta ancora molto da fare, in particolare, alcune coppie, rappresentano una modalità relazionale fondata sul controllo e sulla violenza psicologica. Violenza fisica e psicologica secondo la Marino sono correlate in quanto la maggior parte delle aggressioni fisiche sono annunciate da un costante terrorismo psicologico. E’ ormai provato che il punto di origine delle dinamiche di maltrattamento, si colloca nel tipico profilo della personalità del perpetratore, ma anche nella dicotomia fra narcisismo e perversione.
E’ noto che il narcisismo è uno dei concetti psicanalitici più discussi e non sempre facili da definire. Ma bisogna distinguere tra “Narcisismo sano” che indica tutti gli aspetti normali degli atteggiamenti che le persone hanno verso se stessi (autostima, preoccupazione per la propria salute, senso di autoconservazione) e “Narcisismo patologico” ossia la difficoltà nelle relazioni oggettuali e l’incapacità di amare; dove l’individuo tratta gli altri come oggetti da usare, incurante dei loro sentimenti, mostrando spesso indifferenza e mancanza del diritto di alterità.
“Le vittime sono spesso donne con fragilità del Sé dovuta a traumi pregressi (maltrattamenti familiari, abusi sessuali e lutti infantili). Nel caso dello stalking – sottolinea la Dottoressa – poi- quasi sempre caratterizzato dagli ex partner, da soggetti che non riescono ad accettare l’abbandono del partner, si attua una vera e propria persecuzione nel tentativo di ristabilire il rapporto. Lo stalking lascia profondi solchi in termini fisici, psicologici, emotivi e cognitivi che inficiano e provocano un deterioramento della qualità della vita della vittima. Bisogna considerare anche l’eziopatologia dello stalking: gli stili di attaccamento, la disregolazione affettiva; la mentalizzazione, l’ansia da separazione, la vergogna, lo stalking come dipendenza relazionale”.
Il testo “Femminicidio e violenza di genere”, Appunti per donne che vogliono raccontare, dell’avvocata Maria Concetta Tringali, riflette un tema di drammaticita’ e urgente attualita’. Mi complimento, pertanto, con l’autrice che, grazie alla sua esperienza, ci spinge, con chiarezza ed esaustivita’ a non smettere di parlare di “Femminicidio”, sottolineando, in maniera evidente, come col termine viene nominata ogni forma di discriminazione e violenza rivolta ad ogni donna.
La suggestione dell’opera è data dall’intreccio di racconti drammatici, narrati dalle vittime, con “la freddezza delle norme”, delle leggi. Molto utile la scheda normativa che completa il libro, relativa sia al diritto comunitario che nazionale sulla violenza di genere.

Iva Marino