Judge gavel hammer on Lawyer desk

Cosa nostra decideva la fornitura del caffè per i bar che pretendeva di controllare. Kaffeina, Torrefazione Caffeina, Expo Sicilia e Salvatore Arcuri colpiti dall’interdittiva.

A seguito dell’operazione “Atena“, portata a termine lo scorso marzo e che ha portato a 32 arresti, per tre imprese è scattata l’interdittiva antimafia da parte della Prefettura. Il provvedimento è stato adottato dal prefetto Antonella De Miro nei confronti delle imprese Kaffeina srl, Torrefazione Caffeina e della ditta individuale di Salvatore Arcuri. I titolari risultano indagati per vari reati “con l’aggravante di aver operato al fine di avvantaggiare l’organizzazione mafiosa cosa nostra e, in particolare il mandamento mafioso di Porta Nuova“.
La Prefettura rileva che “si ricavano intercettazioni ambientali da cui emerge che Francesco Arcuri, anch’egli arrestato e indagato per il reato associativo mafioso, si avvaleva delle imprese, raggiunte da provvedimenti interdittivi, quale mezzo per imporre le forniture di caffè a diversi noti bar della città di Palermo a scapito di altre aziende“.

E’ stata raggiunta dall’interdittiva antimafia anche la Expo Sicilia soc. coop., che gestiva il pub “Great House 67“, poi divenuto “Goya Restaurant” di via Quintino Sella. L’attività, formalmente intestata alla figlia di Vito Seidita, risulta essere controllata direttamente dallo stesso Seidita, già destinatario di misura di prevenzione personale e patrimoniale arrestato nella stessa operazione “Atena” e che intercettazioni ambientali “indicano avere rapporti di interesse economico con elementi di spicco di Cosa nostra, tra questi Cosimo Vernengo inteso ‘ghiaccio’ e il boss Paolo Calcagno, per un periodo al vertice del mandamento mafioso di Porta Nuova, interessati alla restituzione di somme di denaro“.
In una nota del prefetto Antonella De Miro si legge “L’adozione delle interdittive antimafia si rivela ancora una volta determinante strumento di difesa dell’ordine pubblico economico e conferma la importante efficace correlazione tra i provvedimenti giudiziari e l’attività di prevenzione amministrativa antimafia affidata ai prefetti”. E continua “I provvedimenti prefettizi adottati sono stati comunicati al sindaco di Palermo e alla Camera di commercio e comportano la revoca delle autorizzazioni rilasciate a cura degli organi competenti nonché l’annotazione nell’albo camerale“.

(Ro.G.)