Giuseppe Fava oltre il giornalismo è un progetto di Massimiliano Scuriatti e della Fondazione Giuseppe Fava, dedicato a Elena Fava. Un evento italiano di ampio respiro che racconta la figura di Giuseppe Fava, che fu giornalista, scrittore, drammaturgo saggista, pittore. L’obiettivo principale dell’evento è quello di offrire un ritratto completo di ciò che Fava ha rappresentato nella cultura italiana degli ultimi cinquant’anni

La mostra, curata da Giovanna Mori, sarà allestita lungo lo scalone monumentale della Biblioteca Sormani di Milano (via Francesco Sforza n. 7). Sarà inaugurata il 16 aprile 2019 e rimarrà aperta sino all’8 giugno 2019 (visite dal lunedì al venerdì dalle ore 15:00 alle 19:00, il sabato dalle 9:00 alle 12:30; chiuso la domenica e i giorni festivi).
All’interno dell’esposizione sarà realizzato un piccolo spazio con monitor per la proiezione continua di brani della serie I Siciliani realizzata nel 1980 con regia di Vittorio Sindoni e sceneggiatura di Giuseppe Fava. In opportune teche collocate lungo il percorso espositivo sarà esposto materiale d’archivio di interesse storico, che contribuirà ad arricchire la conoscenza della personalità dell’artista, disegni, bozzetti, articoli originali, copie di giornale, dattiloscritti e copioni delle opere teatrali e di narrativa, fotografie ecc.)
All’inaugurazione della mostra interverranno Stefano Parise, Direttore dell’area biblioteche del Comune; Massimiliano Scuriatti, curatore dell’evento Giuseppe Fava oltre il Giornalismo; Giuseppe M. Andreozzi, responsabile dell’archivio di Giuseppe Fava; Giovanna Mori, curatrice della mostra, che guiderà gli intervenuti alla visita dell’esposizione.
Alla mostra, si affiancheranno altri eventi che focalizzeranno la poliedrica attività di Giuseppe Fava

Nella sua attività di denuncia e di ricerca delle cause dei fenomeni criminali, Giuseppe Fava ha infatti utilizzato non soltanto la carta stampata, da grande giornalista qual era, ma ogni altra forma di comunicazione possibile: la pittura, il teatro, la narrativa, il cinema, la televisione, la radio. Una produzione prolifica, di grande valore artistico e intellettuale, espressa in linguaggi diversi sebbene uniti da un unico intento, praticati tutti in modo assiduo e consapevole, in parallelo con l’altrettanto incessante attività di cronista.
Ed è in questo modo che si intende raccontarlo, ovvero usando il linguaggio universale dell’arte – della sua arte – mostrando gli ambienti ritratti e i tanti personaggi che popolano i suoi dipinti, i suoi scritti, le sue narrazioni televisive cinematografiche. Figure vive e quanto mai attuali.
Un’ottica del tutto inedita, rispetto al modo tradizionale (e parziale) in cui è stato presentato finora, in un percorso grazie al quale lo spettatore trarrà una conoscenza totale e approfondita del giornalista, dell’artista, dell’intellettuale, dell’uomo Giuseppe Fava.
La pittura come documento e denuncia, mostra delle opere pittoriche e grafiche e di alcuni importanti reperti dell’archivio di Giuseppe Fava, dichiarato di interesse culturale con decreto n. 71 del 27 giugno 2018 della Soprintendenza archivistica dell’Archivio di Stato di Palermo, rappresenta l’impianto portante di tutto il progetto.
La figura di Giuseppe Fava pittore merita di essere indagata e divulgata. L’artista utilizzò il mezzo pittorico quale strumento di comunicazione e di denuncia sociale. Le sue colte riflessioni sull’arte e la sua non comune personalità lo portarono ad elaborare un proprio linguaggio artistico, tagliente, incisivo ed autentico. Durante la sistemazione dell’archivio di Giuseppe Fava sono emerse diverse opere inedite – soprattutto disegni – che hanno consentito di tracciare un più dettagliato percorso pittorico-culturale dell’artista. La mostra vuole divulgare la conoscenza della produzione pittorica, incisoria e grafica di Giuseppe Fava, dalle quali emerge il desiderio di verità combinato all’urgente necessità di raccontare fatti e descrivere stati d’animo. Una maggiore e migliore conoscenza dello spessore umano di Giuseppe Fava potrebbe contribuire al recupero di ideali che oggi sembrano dimenticati.