Il nuovo prefetto di Foggia è l’ex direttore della Prima Divisione dello Sco che coordinò le operazioni di arresto di Giuseppe Pacilli, detto “Peppe u’ montanar”

L’arrivo del “superpoliziotto” Raffaele Grassi, nominato prefetto di Foggia nelle scorse ore, è un’importante notizia. Cinquantanove anni, ferrarese, ex questore di Reggio Calabria, Grassi è ritenuto un uomo dal pugno di ferro, grande esperto nello lotta alla criminalità organizzata. Ha sgominato traffici tra narcos sudamericani e ‘ndrine calabresi e si occupò anche di calcio scommesse.
Il nuovo prefetto conosce bene anche la realtà foggiana. Nel 2011, quando dirigeva la Prima Divisione dello Sco, il Servizio centrale operativo della polizia, coordinò le operazioni di cattura di Giuseppe Pacilli detto “Peppe u’ montanar”, arrestato il 13 maggio di quell’anno. All’epoca Pacilli, ricercato da circa due anni, era inserito nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità del ministero dell’Interno. Il boss di Monte Sant’Angelo, pezzo da novanta del clan Li Bergolis, già coinvolto nelle maxi operazioni antimafia “Iscaro-Saburo” e “Rinascimento”, fu raggiunto e ammanettato a Ruggiano, frazione tra Monte e Manfredonia. In quel periodo Grassi, coadiuvato dall’allora capo dello Sco, Gilberto Caldarozzi, era il diretto superiore di Alfredo Fabbrocini, quest’ultimo a capo della squadra mobile di Foggia in quel anni. L’arresto di Pacilli fu probabilmente il momento più alto dell’esperienza di Fabbrocini nel capoluogo dauno. Grassi sostituì Caldarozzi a capo dello Sco nel 2013, rimanendo alla guida del Servizio centrale operativo fino al 2015. Infine l’esperienza da questore di Reggio Calabria prima della nomina a prefetto di Foggia.

(Ro.G.)