Si è svolto, sabato 11 maggio scorso, presso l’Aula M. Ascoli del Policlinico “P. Giaccone” di Palermo la consegna del prestigioso “Premio Paolo Giaccone”, che giunge quest’anno alla XXX edizione.

Un premio fortemente voluto trent’anni fa dal Lions Club Palermo Host, di cui il dott. Paolo Giaccone, vittima di un attentato mafioso del 11 agosto del 1982, era socio. Durante l’incontro è stata premiata la tesi del dott. Simone Di Franco distintasi per la tematica afferente al tema dell’etica della professione.

L’introduzione è stata curata dal Dott. Domenico Vetro – Presidente Lions Palermo Host ETS. Interventi a cura del Prof. Massimo Midiri – M. Rettore dell’Università degli studi di Palermo, Prof. Marcello Ciaccio – Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia UNIPA, Prof. Avv. Gianfranco Amenta – PDG Distretto Lions 108YB, Good Will Ambassador, Prof.ssa Antonella Argo – Direttore dell’Istituto di Medicina Legale UNIPA, Prof. Paolo Procaccianti – Già Direttore dell’Istituto di Medicina Legale UNIPA, Aniello Schettino – Tenente Colonnello dei Carabinieri, dott. Vincenzo Morgante – Direttore Tv2000, Prof. Roberto Lagalla – Sindaco della città metropolitana di Palermo, Dott. Antonio Iacono – Rappresentante del Consiglio dell’Ordine dei Medici, Prof. Avv. Bartolomeo Romano – Ordinario Diritto Penale UNIPA, Dott. Antonio Balsamo – Sostituto Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Giudice della Corte Europea dei diritti dell’uomo, Prof. don Vito Impellizzeri – Preside della Facoltà Teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista”. Conclusioni dell’Avv. Daniela Macaluso – Governatore Distretto Lions 108YB. Presenti anche il responsabile della formazione e il tesoriere di Progetto Forense avv. Donatella Sanzo e l’avv. Miriam Conti.

Ad aprire la conferenza il dott. Domenico Vetro, che ha tracciato un approfondito profilo biografico del prof. Paolo Giaccone, medico legale e docente universitario che non si piegò al compromesso mafioso. Giaccone è stato una vittima illustre di cosa nostra, ucciso per non essersi piegato alla pressione mafiosa, svolgendo il proprio lavoro con integrità e professionalità. È stato professore di antropologia criminale presso la Facoltà di Giurisprudenza, esperto di balistica, ordinario di Medicina legale alla Facoltà di Medicina, stimato dall’accademia era anche consulente per il Tribunale in molti processi penali e in particolare per i delitti legati alla mafia. È stato definito un eroe normale ed è stato ucciso dalla mafia solo per aver rispettato il codice deontologico della professione medica. Si espose in un mondo in cui il sistema dei valori era spesso messo in crisi e sempre più offuscato da quella che era la prepotenza mafiosa, eppure è stato un eroe che, con la sua autorevole semplicità, ha avuto la forza di dire no alla mafia diventando un esempio per tutti i medici e per chi lotta per difendere la verità e la legalità.

Il Magnifico rettore prof. Massimo Midiri ha ricordato quanto sia fondamentale fare memoria di quanto accaduto in un momento in cui il concetto di etica sia da riformare, ripensando all’importanza del valore dell’intera classe medica e, richiamando il titolo della tesi premiata, di quanto sia esposta a garanzia della salute del cittadino che, talvolta, non può essere garantita dal medico, nonostante il suo impegno, la sua preparazione e la professionalità.

A seguire il dott. Marcello Ciaccio ha richiamato l’importanza dell’esempio del dott. Paolo Giaccone e del simbolo che oggi è per noi, già leggendo il suo nome proprio già all’ingesso del complesso del Policlinico universitario di Palermo a lui intitolato, in ricordo del suo esemplare sacrificio.

“Che il sacrificio di Paolo Giaccone sia di ammirazione e di esempio da divulgare ai colleghi e ai giovani” è il messaggio richiamato dal prof. Avv. Gianfranco Amenta, che ha seguito l’iter organizzativo di ogni edizione del Premio Giaccone, già dalla sua istituzione. Il prof. Amenta, richiamando diversi articoli di legge ha precisato come Giaccone fu in primo luogo professore ordinario di questa Università e quindi un dipendente pubblico assoggettato ai principi costituzionali specifici secondo i quali i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempiere con disciplina ed onore. Diverse sono le norme costituzionali e legislative citate dal prof. Amenta a dimostrazione inequivocabile della serietà e della rettitudine morale e deontologica dell’opera del prof. Giaccone. Da esemplare funzionario pubblico ha mantenuto un comportamento meritevole di stima atto a non ledere l’immagine dell’amministrazione a cui appartiene facendo acquisire ai consociati fiducia nella correttezza della pubblica amministrazione, non cedendo ad una minaccia che avrebbe potuto condurre, così come purtroppo avvenne, al sacrificio personale.

A seguire la prof.ssa Antonella Argo ha ricordato come il tema della violenza verso gli operatori sanitari si inserisca appieno nel ricordo il professor Paolo Giaccone, insigne medico e ricercatore e al tempo stesso vittima e martire di una violenza estrema nel sacrificio fino all’epilogo mortale realizzatosi proprio a pochi passi di distanza da quest’aula. L’esperienza di Giaccone ci indica come si sia mosso su un crinale avverso e scivoloso che appare, oggi più che mai, segnato dall’indifferenza, in cui, tuttavia, la fulgida stella della professione medica non perde il suo valore di sacralità. In tal senso Paolo Giaccone è una fiaccola di speranza e di luca.

Il prof. Paolo Procaccianti ha avuto il privilegio di aver conosciuto e di aver appreso tantissimo dal prof. Paolo Giaccone, in memoria del quale ancora una volta il Lions Club Palermo Host dedica il Premio, con lo scopo di diffondere la cultura della legalità degli studi medici, avvocati, biologi, medici e professionisti. “Ritengo che questa iniziativa debba essere costantemente alimentata al fine di promuovere fra i giovani laureati la cultura della legalità, la condivisione dei principi costituzionali e l’impegno contro le mafie ricordando così gli uomini e le donne che hanno dedicato la vita al contrasto di questi fenomeni” ha detto Procaccianti nella sua relazione.

Il Ten. Col. Aniello Schettino, dopo aver salutato e ringraziato per la presenza i familiari di Paolo Giaccone, ha detto come l’importanza di fare memoria sia principio fondante per un’azione diretta per il miglioramento della società e cita un discorso del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi dell’8 settembre del 2003 in occasione del 60° anniversario dell’inizio della Guerra di Liberazione e della cerimonia commemorativa della difesa di Roma: “La memoria è eredità, è patrimonio prezioso da trasmettere alle nuove generazioni; ma la memoria non è solo il ricordo, è, e deve essere, testimonianza attiva e dev’essere azione. La memoria è una corda fatta di molti fili, di storie di singoli individui che hanno seguito ognuno la propria coscienza. Tutti insieme i fatti di quei giorni divengono epopea di un popolo e si spiegano soltanto con l’amor di patria che proruppe genuino nella prova più difficile”.

Il dott. Antonio Iacono auspica un ritrovato rispetto verso la figura del medico che oggi risulta purtroppo aggredibile e perseguibile in quanto assistiamo al degrado più assoluto dove picchiare un medico è diventato normale anzi chi lo fa desta ammirazione in certi ambienti vicini proprio alla mafia. “A fronte di quanto finora detto, l’Ordine dei Medici che mi onoro di rappresentare chiede a ciascun rappresentante delle istituzioni più presenti di tenere viva la memoria di Paolo e di tutti i colleghi morti mentre svolgevano il loro dovere” ha concluso il dott. Iacono.

A seguire l’intervento del dott. Vincenzo Morgante, che ringrazia i presenti, il dott. Vetro e i familiari di Giaccone per aver organizzato una giornata all’insegna del ricordo e della memoria, quindi all’insegna della narrazione dei fatti e delle emozioni che ne scaturiscono. Talvolta l’abitudine forse ci porta a dimenticare che dietro a delle morti da raccontare innanzitutto vi è il dolore della ferita di una famiglia, una ferita che permane nel tempo. Questo impegno rientra quindi nel concetto di “Servizio” di cui i Lions sono attivi testimoni e che portano avanti con fierezza.

Don Vito Impellizzeri ricorda Paolo Giaccone come colui che ha vissuto un riscatto complicato della dignità del lavoro, un riscatto per il martirio della dignità del lavoro dalla mediocrità del posto; c’è un conflitto culturale che la nostra terra vive, un conflitto culturale tra il lavoro come dignità e il posto come sistemazione, e l’intimidazione è soltanto il paragrafo finale di una logica che parte dalla raccomandazione o dalle storie di casta. Noi non celebriamo qui una storia di casta, una storia di potere ma una storia di martirio. Il martirio è la forma più difficile del riscatto della dignità del lavoro dalla mediocrità del posto. Lui non si è piegato, ci si piega solo per le piaghe e non per le armi o per la forza e chi si piega solo per le piaghe conosce la logica del curatore del Vangelo nella parabola del buon samaritano che, sceso da cavallo, si è piegato perché di fronte si trovava un nuovo piagato. Il compiacimento della paternità di Dio è il sentimento che nasce dalla fatica compiuta da Dio. Quando compì il disegno della creazione, secondo la grammatica della Scrittura, provò il compiacimento e vide che la cosa era molto buona. Ci sono soddisfazioni che provano solo quelli che lavorano e lavorano fino in fondo e non possono essere narranti a chi non lavora. Conclude l’intervento citando una delle frasi più belle di Paolo VI pronunciata durante la visita a Nazareth il 5 gennaio del ’64: “Impariamo la lezione del lavoro, desideriamo comprendere e celebrare la legge della fatica umana per nobilitare la dignità del lavoro in modo che sia sentita da tutti. Ricordare sotto questo tetto che il lavoro non può essere fine a se stesso ma che riceve la sua libertà ed eccellenza non solamente da quello che si chiama valore economico ma anche da ciò che lo volge al suo nobile fine”.

Dopo una pausa il Sindaco prof. Roberto Lagalla ha ricordato la figura del prof. Giaccone e il suo esame universitario in Medicina legale. Dopo poco tempo Giaccone veniva ucciso perché sempre forte aveva il senso del dovere verso se stesso e verso la comunità e nel rispetto della funzione professionale etica e civile che ciascuno di noi è chiamato a seguire. I suoi rifiuti erano quindi dettati da una filosofia dell’essere che era quella di una giustizia intrinseca geneticamente codificata nella sua vita e nella sua quotidiana esperienza.

Il dott. Bartolomeo Romano, dopo i doverosi ringraziamenti, ricorda come un cambiamento culturale che sta finalmente investendo la nostra comunità abbia preso il cammino sulla vita e sul sangue di tanti illustri siciliani e tanti palermitani, benché sia importante dire che con le loro morti la nostra terra sta cambiando e sta migliorando, quindi quel sangue, purtroppo versato, ha fecondato la nostra terra, cambiando profondamente culturalmente la nostra società.

Ha preso la parola il dott. Antonio Balsamo che ha ricordato come l’omicidio di Giaccone accadde il giorno successivo al suo compleanno e cadde in un momento cruciale per la sua iscrizione alla Facoltà di Giurisprudenza. Giaccone è stato ucciso, ha ricordato Balsamo, perché in quella fase della guerra di mafia che insanguinava Palermo ebbe un ruolo assolutamente determinante per formare il quadro probatorio a carico del killer di mafia Giuseppe Marchese, il quale poi iniziò a collaborare con la giustizia.

Dopo la consegna di un presente alla signora Milly Giaccone, figlia di Paolo, viene consegnato il XXX Premio Paolo Giaccone al dott. Simone Di Franco che ha conseguito la Laurea magistrale in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Palermo con una tesi dal titolo “La violenza verso i sanitari. Indagine conoscitiva e sperimentazione di modelli di prevenzione”; la tesi tratta dell’attuale fenomeno allarmante in continua crescita della violenza perpetrata nei confronti degli esercenti la professione sanitaria.

Ha concluso l’appuntamento l’avv. Daniela Macaluso, ricordando che relativamente al rispetto della professione medica tanta strada è ancora da percorrere ma fortunatamente tanta ne è stata fatta e se siamo riusciti a trasmettere questo messaggio di giustizia, allora la giornata di oggi ne è una prova. Giustizia, lavoro e altissimo senso del dovere, sono tre concetti che emergono con forza dalla giornata odierna, dall’impegno del Lions Palermo Host che da trenta anni promuove e diffonde il prestigioso Premio intitolato ad un faro di speranza, ad un eroe silenzioso, quale è stato il prof. Paolo Giaccone.

Si rinnova il motto fondante la filosofia operativa e sociale dei Lions, “We serve!”.

Carlo Guidotti