Sono state determinanti le dichiarazioni del nuovo collaboratore di giustizia, Andrea Lombardo, e del padre Francesco, entrambi appartenenti alla famiglia mafiosa di Altavilla Milicia

Ultime battute del processo «Black cat», che si sta svolgendo al Tribunale di Termini Imerese ed è presieduto dal giudice Vittorio Alcamo con a latere i magistrati Angela Lo Piparo e Gregorio Balsamo. Il rinvio a giudizio riguarda capi e gregari della mafia da Trabia a San Mauro Castelverde, Caccamo, Polizzi Generosa e altri paesi delle Madonie. Sono state determinanti le dichiarazioni del nuovo collaboratore di giustizia, Andrea Lombardo, e del padre Francesco, entrambi appartenenti alla famiglia mafiosa di Altavilla Milicia. La richiesta è di 19 condanne, per un totale di 229 anni di carcere oltre ad una assoluzione. Le richieste di condanne più elevate sono state dirette agli imputati definiti «organici» delle famiglie mafiose dei mandamenti di Trabia e San Mauro Castelverde, che si erano messi a “disposizione” di Cosa nostra nell’ambito delle estorsioni ad imprenditori e commercianti del territorio.

Le richieste dei pm riguardano condanne per Peppino Barreca di Gangi a 16 anni, Riccardo Giuffrè di Caltavuturo a 13 anni, Gioacchino Martorana di Castelbuono a 12 anni per associazione mafiosa e 3 anni e 1.500 euro di multa per ricettazione con esclusione della continuazione, Benedetto Mazzeo di Montemaggiore Belsito a 12 anni e 6 mesi, Giacomo Di Dio di Capizzi a 7 anni e 5 mila euro di multa, Salvatore La Barbera di Trabia a 7 anni e 6 mesi oltre a 6 mila euro di multa, Francesco Lo Medico di Bagheria a 4 anni, Sebastiano Sudano e Francesco Saitta di Ramacca a 7 anni e 6 mesi, Ignazio Arena di Trabia a 7 anni, Rosario Lanza di Cerda a 15 anni, Gianluca Cancilla di Trabia a 15 anni, Nicasio Salerno di Caccamo a 18 anni, Luigi Giovanni Barone di Caccamo a 18 anni, Mercurio Bisesi di Termini Imerese a 18 anni, Loreto Di Chiara di Caccamo a 18 anni, Nicola Teresi di Sciara a 12 anni e 6 mesi, Antonio Marino di Trabia a 10 anni e Giuseppe Albanese di Caltavuturo a 18 anni. Chiesta l’assoluzione per Antonio Giuseppe Termini di Polizzi Generosa «per non aver commesso il fatto» che gli era stato contestato.

(Ro.G.)