Era il 23 maggio di 27 anni fa quando una terribile esplosione squarciava il cielo di Capaci strappando la vita a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Viro Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro. e da lì, pochi mesi dopo, il 19 luglio dello stesso anno, in via D’Amelio, lo stesso atroce destino segnò la vita di Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina.
Anche quast’anno, come ogni anno, sono tante le manifestazioni, gli incontri, i dibattiti e le conferenze per dire no alla mafia, tentando di inculcare, soprattutto nei più giovani, il vero valore della vita e della legalità, fuori dalla retorica delle cerimonie e degli anniversari.
Così, come di consueto, la città si stringe unita e forte in un corpo solo, attorno all’Albero Falcone, ormai monumento nazionale e simbolo della lotaa alla mafia, lì dove ebbe l’abitazione Giovanni Falcone.
Fra le autorità e personalità presenti a testimoniare i valori per i quali Giovanni e Paolo hanno combattuto fino alla fine anche Maria Falcone che nel suo discorso ha detto “La nostra vita potrà essere davvero meravigliosa se sconfiggeremo per sempre la mafia”.
Poi l’inno nazionale, un minuto di silenzio nell’istante esatto dell’esplosione e il volo simultaneo di centinaia di palloncini, a colorare il blu del cielo di Palermo ricca di futuro e di speranza.
Carlo Guidotti (Articolo e foto)