Dopo il libro di Attilio Bolzoni, arriva quello di Petrotto: l’ascesa e il declino degli apostoli dell’antimafia, uomini di Stato infedeli, servizi segreti deviati e giornalisti spregiudicati nel libro in uscita il 18 aprile

Si intitola “Il sistema Montante” e lo firma Salvatore Petrotto. Nel libro, edito da Bonfirraro, Petrotto ricostruisce con dovizia di particolari, e con ricchezza di documentazione, gli anni oscuri dell’economia siciliana che coincidono con i migliori anni di Antonello Montante che, da sconosciuto, diventa l’uomo più potente di Sicilia come presidente di Sicindustria. La relazione della Commissione Regionale d’inchiesta non definisce Terzo livello mafioso, ma Sistema Montante (dal cognome dell’ex presidente di Sicindustria oggi sotto processo), quello che negli ultimi anni ha dominato la Sicilia.

Anno 2007, la mafia cambia pelle, indossa la maschera dell’antimafia e mette a segno un vero e proprio colpo di Stato. Gli ultimi professionisti dell’antimafia l’hanno combinata davvero grossa. Hanno inscenato la più solenne impostura che si ricordi, dai tempi dello sbarco anglo-americano a oggi. Il protagonista è stato un personaggio davvero pittoresco: Calogero Antonello Montante. Un bohémien dell’imprenditoria di rapina che, all’improvviso, diventa uno dei principali leader nazionali di Confindustria. Compare dei mafiosi Paolino e Vincenzo Arnone, discendenti dei celebri padrini don Calò Vizzini di Villalba e Genco Russo da Mussomeli, Antonello Montante viene nominato cavaliere del lavoro dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Per rifare il lifting alla sua biografia personale e familiare ci pensano scrittori del calibro di Andrea Camilleri. Poi dentro le postazioni dei servizi segreti italiani e della CIA gli cambiano i connotati. A colpi di dossier diventa il padre-padrone della Sicilia e si lancia alla conquista dell’Italia intera. La sua storia, nel 2018 finisce male, tra arresti domiciliari, detenzione in carcere e conseguenti processi penali. Parecchi sono i lati oscuri della sua spy story in cui è coinvolto l’ex presidente della Regione, Rosario Crocetta, alcuni ex assessori regionali, il suo delfino e successore alla presidenza di Sicindustria, Giuseppe Catanzaro, nonché capo in Sicilia della famigerata lobby delle discariche. La rete di protezione, di cui godevano i vertici degli industriali siciliani, era inoltre costituita dagli ex ministri dell’Interno e della Giustizia, Alfano e Anna Maria Cancellieri. Nella maglie degli investigatori è rimasto impigliato anche l’ex presidente del Senato, Renato Schifani. Molti sono i componenti delle associazioni a delinquere create da Montante, che continuano a far soldi a palate, in maniera illecita, in ogni settore dell’economia siciliana, grazie ai soliti metodi corruttivi. C’è ancora da stabilire se quello che gli inquirenti di Caltanissetta hanno definito, in suo onore, Sistema Montante, è davvero finito o se già si cela sotto altre mentite spoglie.