Mons. Lorefice ad Ispica_Carlo Guidotti_Referencepost

Presso la Chiesa dell’Annunziata di Ispica, alle 15.00 di lunedì 10 gennaio, è stata celebrata la Santa Messa per i funerali della signora Clementina Modica, mamma di S.E. Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo; a celebrare la funzione religiosa è stato lo stesso Lorefice, a fianco di un centinaio di sacerdoti che hanno condiviso questo delicato momento umano e religioso.

La piazza antistante la Chiesa, e la Chiesa stessa, si sono subito riempite di fedeli, parenti ed amici della signora Modica; tantissime le autorità civili e religiose presenti fra i quali il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il prefetto ed il questore di Palermo, il prefetto ed il questore di Ragusa, e poi ancora il Cardinale Paolo Romeo, Mons. Paolo De Nicolò, Reggente emerito della Casa Pontificia, Mons. Giorgio Demetrio Gallaro, Eparca di Piana degli Albanesi, Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto, don Gaetano Ceravolo, Reggente del Santuario di Montepellegrino e don Filippo Sarullo, parroco della Cattedrale del capoluogo siciliano.

L’omelia di Mons. Lorefice è stata composta, profonda e come sempre coinvolgente e costruttiva.

In 30 minuti don Corrado Lorefice ha ripercorso la vita della mamma sin dalla sua giovinezza per poi ricordare la sua infanzia, la sua famiglia e la sua casa: “una casa accogliente dove ci sono rapporti umani belli e non sono scevri da contraddizioni o da quella che è la polvere della vita e della condizione della convivenza umana; ma un profumo fragrante di umanità bella e di cammini condivisi che rilascia un senso di appartenenza comunitaria, come un villaggio”.

E questa “casa” intesa come “villaggio condiviso” è la stessa entità percepita dallo stesso Lorefice: “penso come, in particolare in questi giorni, questo villaggio sia stato meta di questa fragranza proprio di questi rapporti belli, rapporti di condivisione di memoria e di ricordi ma soprattutto di condivisione di dolore e di speranza, penso così a mamma Clementina alla luce di questa parola”.

Entrando in chiesa gli occhi dell’Arcivescovo di Palermo sono andati verso il soffitto, come ha sempre fatto nelle tante altre volte che ha varcato quella soglia, ammirando, come lui stesso ha ricordato, la scritta “Ego Primogenita”, che spicca nel tetto azzurro e bianco della chiesa siciliana.

“La mamma”, ha ricordato Lorefice, “ha vissuto in pienezza quella giovinezza che l’ha vista crescere subito come accade nei villaggi periferici e come una volta era accaduto in un altro villaggio, a Nazareth”, anch’esso luogo di rapporti veri e genuini.

Raccontando alcuni brevi cenni della biografia di mamma Clementina il pensiero va subito alla figura di Marta, autrice di un cammino bello portato avanti fieramente da una “signora e padrona di casa”, al pari, l’energia della sua mamma, fin dalla giovinezza, la portava ad assumere la responsabilità della casa, della famiglia, dell’accoglienza degli amici e dei parenti; una “mamma Marta” che amava mettere insieme e senza scoraggiarsi affrontava la casa e la condizione delle tenute in campagna insieme a papà con grande intelligenza ed esperienza.

“Tutta la sua energia, che in questi giorni qualcuno mi ha ricordato, la sua audacia e la sua forza, pur essendo piccolina, ha sempre di più tenuto il passo ma senza smettere mai di conservare questo elemento costante dell’essere per altri, l’elemento umano così seducente, perché in fondo ognuno di noi vuole trovare persone ed avere incontri di questo tipo e vuole essere un accolto, vuole essere segnato da una presenza vicina”.

Lorefice ha ringraziato tutti quanti erano presenti per condividere questo sentimento umano, salutando anche i confratelli dell’episcopato, i confratelli del presbiterato e del diaconato.

 

“La mamma è cresciuta sempre più nel timore di Dio a fianco di papà, sebbene pur con sensibilità diverse […] una consuetudine di vita che mi fa guardare a Maria sorella di Marta; per ogni casa deve esserci un’accoglienza e quindi chi accoglie ma deve esserci anche chi, come Maria, nell’accogliere va sempre più in profondità e non si lasci prendere solo dal da farsi esteriore”.

Ecco che si affianca la figura di “mamma Maria”, ossia una persona che non accudisce per un mero bisogno di ospitalità ma raggiunge lì dove ogni persona vuole essere raggiunta: “Mamma si distinse per questa sua fede operante, crescendo in questa capacità di sintesi tra Marta e Maria in un continuo crescendo, ecco perché il testo di Luca che abbiamo appena ascoltato mi sembra significativo, questa pagina ci mette dinanzi il sentire stesso di Dio che cresce in quanti credono e sono timorati di Dio: da questa parola capiamo il significato vero del termine “prossimo”. Prossimo non è colui che devo incontrare ma è un modo di porre relazioni, di avvicinarsi, di prendersi cura, fondendo tutti questi concetti espressi prima quali l’accoglienza, la forza, il villaggio, il coraggio, l’energia e l’ospitalità, tanto di Marta e di Maria quanto di mamma Clementina.

A queste tematiche, dopo aver accennato ad un incontro della mamma con una giovane famiglia proveniente da un paese lontano, don Corrado ha parlato della “compassione”, ossia un rapporto di condivisione che è a fondamento di ogni cultura e di ogni religione.

“Dio vuole che ogni cuore sia capace di compassione, avere compassione significa che veramente ci si dona ad altri assumendo la loro condizione di difficoltà […] ogni uomo che ha una fede non può che essere testimone sempre comunque di un Dio che è capace di presa in carico, capace di assumere l’altro” ha spiegato Mons. Lorefice spiegando con le sue dolci parole quanto sia importante crescere nella parola del Signore perché il Signore stesso ci darà la capacità di crescere nelle relazioni umane che è tipica di Dio, ricordando Padre Pino Puglisi che disse che “Dio ama sempre tramite qualcuno”.

Al termine delle sue riflessioni porge l’ultimo saluto a mamma Clementina: “Voglio ricordarla così, guardando la Vergine di Nazareth, e a lei la vorrei affidare con dolcezza e con serenità perché senza dubbio noi avremo la gioia di riappropriarci di quanti hanno segnato la nostra vita, e chi più della mamma ha segnato la nostra vita?”

Termina così la celebrazione della Santa Messa nella certezza che siamo chiamati per la città celeste in questo villaggio eterno, con la gioia di stare in pienezza al cospetto di colui che ci ama, così come ci ha testimoniato e ci continua a raccontare nostro Signore.

Un grande applauso abbraccia simbolicamente S.E. Mons. Corrado Lorefice a conclusione di una funzione religiosa composta, profonda e commovente.

Carlo Guidotti per ReferencePOST (Articolo e foto)

Mons. Corrado Lorefice celebra la Messa per i funerali della mamma Clementina Modica
Un momento della funzione religiosa ad Ispica (foto di Carlo Guidotti)
Mons. Corrado Lorefice celebra la Messa per i funerali della mamma Clementina Modica
Un momento della funzione religiosa ad Ispica (foto di Carlo Guidotti)
Mons. Corrado Lorefice celebra la Messa per i funerali della mamma Clementina Modica
Un momento della funzione religiosa ad Ispica (foto di Carlo Guidotti)
Mons. Corrado Lorefice celebra la Messa per i funerali della mamma Clementina Modica
Un momento della funzione religiosa ad Ispica (foto di Carlo Guidotti)
Mons. Corrado Lorefice celebra la Messa per i funerali della mamma Clementina Modica
Un momento della funzione religiosa ad Ispica (foto di Carlo Guidotti)
Mons. Corrado Lorefice celebra la Messa per i funerali della mamma Clementina Modica
Un momento della funzione religiosa ad Ispica (foto di Carlo Guidotti)
Mons. Corrado Lorefice celebra la Messa per i funerali della mamma Clementina Modica
Un momento della funzione religiosa ad Ispica (foto di Carlo Guidotti)