Due facce della stessa medaglia, una scelta: Body Shaming o “Body loving”? Le professoresse Monia Teresa Lauricella, Docente di Estetica, e Giusi Mannelli, Psicologa e docente di Filosofia e Scienze umane, raccontano il libro “Dal body shaming al body loving”, edizioni Ex Libris, realizzato con gli alunni dell’ISS Einaudi Pareto.
Lo scorso 20 ottobre alla 𝗩𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗶 𝗟𝗶𝗯𝗿𝗮𝗶, in edizione autunnale, presso la 𝗖𝗮𝘀𝗮-𝗠𝘂𝘀𝗲𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗕𝗲𝗮𝘁𝗼 𝗣𝗶𝗻𝗼 𝗣𝘂𝗴𝗹𝗶𝘀𝗶, con la conferenza “𝑫𝒂𝒍𝒍𝒆 𝒇𝒆𝒓𝒊𝒕𝒆 𝒓𝒆𝒂𝒍𝒊 𝒂𝒍𝒍𝒆 𝒇𝒆𝒓𝒊𝒕𝒆 𝒗𝒊𝒓𝒕𝒖𝒂𝒍𝒊 – 𝑫𝒂𝒍 𝒃𝒐𝒅𝒚 𝒔𝒉𝒂𝒎𝒊𝒏𝒈 𝒂𝒍 𝒃𝒐𝒅𝒚 𝒍𝒐𝒗𝒊𝒏𝒈”, sono stati presentati i libri, Edizioni Ex Libris, Riprendi le ali e Occhio alle trappole…guida per emozionarsi ma non troppo di Giusi Mannelli e A.A.V.V. Dal Body shaming al Body loving. L’immagine perfetta della donna nel web curato da Giusi Mannelli.
Un saggio nato da un progetto della psicologa e docente Giusi Mannelli, curatrice del volume, e da un suo intervento CIC (Centro di Informazione e Consulenza). Il libro racchiude i preziosi suggerimenti, le frasi, le lettere che i ragazzi, guidati da dieci insegnanti, hanno voluto donare sul tema della discriminazione fisica per imparare ad avere consapevolezza di sé e ad amarsi. Un libro preceduto da un video sulla donna nel web, attaccata dalla società per l’aspetto esteriore non corrispondente agli standard idealizzati e fatta a pezzi dagli haters.
Durante un’intervista, le professoresse Lauricella e Mannelli hanno risposto ad alcune domande.
Che tipo di lavoro è stato fatto?
ML: Metaforicamente abbiamo riprodotto l’idea attraverso dei disegni tagliati e ricuciti, che acquistano nuovo valore. Abbiamo realizzato dei trucchi che potessero fare emergere la bellezza opinabile che ognuno di noi ha, tutto in DAD. Abbiamo cercato di ricreare, attraverso il make-up, anche la figura dell’hater.
Prof.ssa Mannelli, lei sostiene che già le bambine siano indirizzate verso il body shaming, come?
GM: Basta pensare alle bambole di qualche anno fa che rispecchiavano l’immagine perfetta di donna o all’ossessione della matrigna di Biancaneve che, come scriveva la giornalista Teresa Di Fresco nella prefazione del libro, “ricercava il primato nella bellezza anche a costo di vedere morta la rivale”.
In che modo il body shaming incontra il mondo della moda e dell’estetica?
ML: Molte persone ricorrono alla figura dell’estetista per stravolgere la propria figura, vedendo nel professionista un idolo dai poteri miracolosi. Un vero professionista deve lavorare sull’accettarsi e saper dire basta quando è il momento, l’estetica è equilibrio. Questo lavoro ha reso possibile dimostrare che la professione dell’estetista non è semplice come può sembrare, si affaccia su tante finestre, bisogna decidere poi dove sporgersi e osservare.
Come si passa dal body shaming al body loving? E in che modo è possibile coinvolgere, in un lavoro di questo tipo, diversi colleghi e discipline?
GM: Risposta comune a queste due domande è la valorizzazione. Nel primo caso mettendo in pratica, su sé stessi, la tecnica del kintsugi per valorizzare l’imperfetta unicità. Nel secondo caso, anche il coinvolgimento di diverse colleghe fa perno sulla valorizzazione dei talenti che ciascuno di noi ha, e che rendono questo lavoro particolare. All’interno del libro troverete i capitoli scritti dalle proff. Alberta Pettineo, Barbara Tumbiolo, Chiara Terranova, Eva Lo Franco, Garofalo Daniela Daniela Pisciotta, Giusi Mannelli, Grazia Bellardita, Marianna Puccio, Monia Lauricella.
Nel libro intitolo uno dei miei interventi scrivendo che: Tutto inizia… …quando l’insegnamento e la psicologia si illuminano di empowerment. Scrivo: “Il termine empowerment deriva da to empower il quale, secondo la traduzione dei dizionari, significa, “conferire, attribuire, accrescere potere, dare autorità per”.
Applicandolo alla didattica, per me questo termine significa conferire maggiore potere agli studenti nel proprio processo educativo, promuovendone lo sviluppo, responsabilizzandoli. Mi piace applicarlo andando anche oltre la semplice didattica… Secondo il mio punto di vista, tuttavia, l’empowerment non deve essere circoscritto a un campo di applicazione centrato sul polo docente/studente.
Ritengo che si debba mettere a disposizione della comunità scolastica le proprie competenze, anche nelle relazioni alla pari fra colleghi i quali, a loro volta metteranno a disposizione le proprie per un bene comune.
Sto parlando della promozione di un empowerment sociale in cui, via via, ho coinvolto i colleghi che desideravano imbarcarsi in questa nuova avventura. Da qui è nato questo libro.”
Ogni azione deriva da una relazione ed è sulla relazione (con le studentesse e con i colleghi) che ho puntato tutto su questo nuovo progetto editoriale. La conferenza DALLE FERITE REALI ALLE FERITE VIRTUALI ci ha portati per mano in un percorso particolare che ci ha permesso di sovrascrivere e superare tutte le ferite, mettendo in risalto i nostri punti di forza.
Di Sofia Schiazzano (Articolo e foto)