Se la Sicilia sembra aver dimenticato Danilo Dolci e quanto si è speso per migliorare le condizioni dei siciliani negli anni ’50 e ’60 del Novecento, trasferendosi a Partinico, provenendo da Sesana- oggi comune slavo- forse potrà essergli resa un po’ di giustizia il 29 aprile a Palma di Montechiaro, in memoria e nella ricorrenza del convegno che Dolci organizzò nel 1960 per richiamare l’attenzione alle condizioni di miseria in cui vivevano gli abitanti di quella parte dell’isola. Quest’anno, infatti, nella ricorrenza del sessantacinquesimo anniversario, si svolgerà un convegno che vedrà studenti e docenti, della scuola Odierna di Palma, mentre il pomeriggio, alle 18.00, si sposterà alla Biblioteca del Palazzo Ducale. Saranno presenti, di mattina, Amico Dolci, Pino Lombardo, Stefano Castellino, Valeria Fiaccabrino. Gaspare Agnello, Rosario Gallo, Sara Chianetta, Calogero Pumilia, Antonio Zarcone, Giuseppe Maurizio Piscopo e Vera Pegna, in collegamento da Roma,  che ha lavorato con Danilo Dolci.

Il Gandhi italiano, come fu definito per la sua lotta pacifica contro l’incuria e l’abbandono dei territori e degli abitanti di quella parte di Sicilia che conobbe a fondo, nel 1960 organizzò un convegno a Palma di Montechiaro, presso il Teatro Chiaramonte, per denunciare e far conoscere al mondo le condizioni di vita di quella parte di Sicilia, a cui parteciparono insieme a Danilo Dolci, personalità quali Carlo Levi, Leonardo Sciascia, Il Presidente della Regione Sicilia, Benedetto Maiorana, Ettore Biocca, Direttore dell’Istituto di Parassitologia dell’Università di Roma, Silvio Pampaglione, medico. La scelta dei relatori mirava a non tralasciare alcuna problematica che interessasse il territorio e le sue carenze, tra le altre, igieniche, causa spesso di morti infantili. Soluzioni furono proposte – data la presenza anche di personalità  internazionali quali Ideale Del Carpio, Sylos Labini, rappresentanti del Centro di Cultura Piero Gobetti di Torino, dell’Associazione Nazionale di Sociologia di Parigi, dell’Associazione mondiale di lotta contro la fame di Ginevra – ; aderirono al convegno anche Piepaolo Pasolini, Elio Vittorini, Vasco Pratolini, Jean Paul Sartre, Alberto Moravia, Franco Ferrarotti e poi ancora Ignazio Buttitta Tommaso Fiore, Ciccio Busacca, Lelio Basso, Giulio Einaudi, Roberto Ciuni, giornalista, Andrea Finocchiaro Aprile, onorevole, Ludovico Corrao, Domenico La Cavera, Enzo Lauretta, Ugo La Malfa, Bruno Zevi, Girolamo Li Causi che non fece mancare un suo intervento, Francesco Renda e Giorgio Napolitano che, terminata poi la sua carriera di sindacalista, fu eletto Presidente della Repubblica Italiana. Carlo Levi tenne il discorso di apertura del convegno e iniziò con queste parole: “Qui siamo nella terra del Gattopardo: il cui pensiero amaro è che nulla può essere fatto, che la realtà è immobile. Il Convegno è una specie di confutazione del Gattopardo…Se oggi si chiedono case, fogne, strade, una diga, scuole e cure mediche, queste semplici richieste…nascono da un atto di fiducia nella propria esistenza umana…Il contributo che gli uomini di cultura, i tecnici, gli scienziati (presenti al Convegno), possono portare è grandissimo, a condizione che essi, come quelli che hanno voluto ed organizzato questo convegno, si rendano conto del senso e del valore del primo passo e della necessità…che si trasformi in azione, che l’azione abbia successo”.

Ma se il convegno ebbe grande successo e varie furono le proposte e gli impegni istituzionali, fu innanzitutto l’apertura di una finestra sui disagi dei poveri che vivevano in case fatiscenti e in cui trovavano dimora anche i loro animali. Il convegno, insomma, mirava a sollecitare le autorità preposte ad attuare le proposte che vennero da parte dei convenuti. Diedero il loro contributo anche uomini del popolo e la stampa non mancò di registrare i contributi dei relatori e le voci popolari.

Dopo due mesi dal convegno, però, il popolo stanco delle promesse disattese dalla classe politica,   il 5 luglio organizza a Licata una rivolta. La Regione non resta indifferente e nel 1963 vara una legge speciale per Palma e Licata che prevede, nell’ambito del risanamento socio-economico, costruzioni di dighe, piani regolatori, nuove strade e un sistema fognario efficiente. Ma la crisi economica segue al fallimento della classe politica e non resta che la triste via dell’emigrazione.

Il 29 aprile di questo 2025 sarà, finalmente, l’occasione buona per ricordare il convegno di Palma di Montechiaro, evento durante il quale verrà anche presentato il libro “Ci hanno nascosto Danilo Dolci” scritto da Giuseppe Maurizio Piscopo per le edizioni Navarra che, nel centenario della nascita di Danilo Dolci, rende giustizia al ricordo di un uomo che, pur non essendo siciliano, amò a tal punto la Sicilia da sopportare digiuni e perfino il carcere.

In occasione del convegno di martedì 29 aprile, Giuseppe Maurizio Piscopo ha dichiarato:

 “Con tutte forze che ho insieme ad Amico Dolci, Pino Lombardo, Gaspare Agnello, l’ex sindaco Rosario Gallo, Calogero Pumilia gli studenti del liceo Odierna, Antonio Zarcone, Sara Chianetta, Annalia Todaro abbiamo cercato di far rivivere il Convegno di Palma di Montechiaro del 29 aprile del 1960. Sono passati 65 anni e la Sicilia continua ad essere ingannata, ed è sempre in viaggio. Oggi non partono più gli emigranti con il treno del sole per Genova, Torino, Milano, per il Belgio, la Francia e la Germania, ma a partire con i trolley ed un computer sono i ragazzi per le Università del nord. Sono forze che probabilmente non torneranno più in Sicilia, dopo i grandi sacrifici delle loro famiglie, andranno ad arricchire altri paesi. I siciliani devono sapere quello che è successo nel 1960 a Palma di Montechiaro, dimenticata da Cristo e dai Santi…I bambini di Palma riescono ad imparare a leggere e a scrivere e subito dopo sono costretti a seguire i genitori e a lavorare in campagna. Palma venne chiamata la nuova Gerusalemme”.

Teresa Di Fresco