Crisi nell’Associazione nazionale magistrati dopo lo scandalo nomine nelle procure. Lo scontro potrebbe contrariare il Quirinale, che, dal momento delle indagini per corruzione sul pm di Roma Palamara, non ha nascosto le sue preoccupazioni

Il presidente dell’Anm, Pasquale Grasso, annuncia la sua decisione di lasciare la corrente di cui fa parte dopo la spaccatura che si è creata a seguito del voto con cui l’assemblea, che si è tenuta venerdì a Roma, ha chiesto agli autosospesi, Lepre, Cartoni e Criscuoli, di tornare a svolgere la propria attività consiliare. Posizione in contrasto con quella assunta dallo stesso Grasso e dall’intero comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati che invece ai togati aveva chiesto le dimissioni. Una frattura che ha di fatto aperto la crisi nell’Anm con la richiesta, da parte degli altri 3 gruppi, Area, Unicost e Autonomia e Indipendenza, della convocazione di un comitato direttivo centrale urgente che abbia all’ordine del giorno il rinnovo della giunta.

Le mancate dimissioni dei consiglieri del Csm, ma soprattutto il documento con cui ieri Magistratura Indipendente ha chiesto ai togati autosospesi di riprendere l’esercizio delle loro funzioni, stanno facendo traballare la giunta dell’Anm. Giunta guidata da Pasquale Grasso (Magistratura Indipendente) e sostenuta oltre che dal suo gruppo anche dalla corrente centrista di Unicost e dalle toghe progressiste di Area. La ragione è che appena qualche giorno fa il parlamentino dell’Anm aveva approvato all’unanimità un documento in cui si chiedevano le immediate dimissioni dei consiglieri. “Il deliberato di Magistratura Indipendente è sicuramente una violazione dell’accordo associativo alla base della giunta”, avverte Eugenio Albamonte, esponente di Area. La mozione di sfiducia alla giunta guidata da Pasquale Grasso sarà discussa probabilmente domenica prossima dal Comitato direttivo centrale dell’Anm. Contestualmente si procederà all’elezione della nuova giunta, con tutte le correnti della toghe ad esclusione di Magistratura Indipendente.

Sabato il vicepresidente del Csm, David Ermini, aveva avuto un lungo colloquio con i diretti interessati, ovvero Paolo Criscuoli, Antonio Lepre, Corrado Cartoni (Magistratura Indipendete) e Gianluigi Morlini (Unicost), invitandoli a prendere una decisione rapida sulle dimissioni, e facendo appello alla massima responsabilità istituzionale. Poche ore dopo l’incontro, la stoccata era arrivata proprio da Magistratura Indipendente che, attraverso l’Assemblea degli iscritti, aveva rinnovato la fiducia ai tre iscritti auspicandone “la pronta ripresa delle attività consiliari”. Da qui la frattura, che sembra ormai insanabile.

(Ro.G.)