Assenti in aula l’ex generale dei carabinieri Antonio Subranni e Marcello Dell’Utri

“Tutti gli imputati non sono archetipi socio-criminologici. Sono uomini, in carne e ossa, e saranno giudicati per ciò che hanno o non hanno fatto: spero che ci sia un serrato confronto sulle questioni tecnico giuridiche e sull’accertamento probatorio”. Sono le parole con cui il Presidente della Corte d’Assise d’Appello, Angelo Pellino, ha iniziato la propria relazione di apertura del processo d’appello sulla trattativa Stato-mafia. Il reato contestato agli imputati è di “attentato a corpo politico dello Stato” e aggiunge: “E’ stato detto che non si può riscrivere la storia del Paese guardandolo dal buco della serratura. Al di là della metafora non felicissima, credo sia una verità condivisibile, quasi banale, se con questo si vuole significare che la complessità dei fatti storici non può essere compressa nella gabbia del paradigma giudiziario nel quale è giusto che si muova”.
La prima udienza d’appello è iniziata con la rinuncia dell’imputato Massimo Ciancimino: il suo legale, Roberto D’Agostino, ha annunciato alla Corte che Ciancimino sta molto male, anche se secondo il medico legale del Dap “è lucido”. Nonostante ciò, la difesa chiede un accertamento medico. “Ciancimino – dice il legale – si trova ricoverato presso il centro clinico di Regina Coeli e negli ultimi giorni la patologia di Ciancimino è andata progredendo, tanto è vero che Ciancimino è caduto perdendo più volte orientamento e ha avuto problemi gravi legati all’eloquio e al suo stato di capacità di rendersi conto della situazione in cui si trova. Ha un emiparesi sul lato sinistra”. Per questo la difesa chiede “ulteriori accertamenti”. Il presidente Angelo Pellino si è riservato di pronunciarsi sull’istanza. Non c’era invece l’ex generale dei carabinieri Antonio Subranni che non è più difeso dall’avvocato Basilio Milio ma dagli avvocati Placanica e Tognozzi. Assente anche Marcello Dell’Utri, rinunciante, che era rappresentato dal suo collegio difensivo composto da Francesco Centonze, Tullio Padovani e Francesco Bertorotta. L’accusa è rappresentata dai sostituti procuratore generali Giuseppe Fici e Sergio Barbiera. La prossima udienza è prevista per il 9 maggio alle ore 9:00.

(Ro.G.)