In molti però hanno storto il naso, in special modo i cittadini aquilani, ai quali non è piaciuta la ricostruzione che nella fiction viene fatta del post-sisma.

Ieri sera su Rai 1 è andata in onda la prima puntata di “L’Aquila Grandi Speranze”. La fiction, diretta da Marco Risi e ambientata nel capoluogo abruzzese a un anno e mezzo dal terremoto, ha totalizzato 3,1 milioni di spettatori vincendo la sfida degli ascolti. In molti però hanno storto il naso, in special modo i cittadini aquilani, a cui non è assolutamente piaciuta la ricostruzione che nella fiction viene fatta del post-sisma.
Sui social non sono mancati i tweet e post al vetriolo. Tra i tanti quello della senatrice aquilana Stefania Pezzopane che in riferimento alla fiction ha scritto: “Una brutta cosa che non meritavamo. Le nostre speranze non le avete ne’ cercate ne’ comprese. Non c’erano e non ci sono bambini incattiviti organizzati in bande a scorrazzare nel centro storico. I nostri figli allora erano lontani sulla costa o nelle tendopoli a provare a superare la paura ed a ricostruire vita e serenità. Noi non parliamo dialetti sbilenchi, che non siano l’aquilano. Non ci piace il terremoto, e nemmeno chi usa L’Aquila e quella tragedia come un set per raccontare una banale e bruttina vicenda. Ricordatevi sempre tutti, che qui sono morti 309 innocenti. Aiutateci o lasciateci in pace. Così ci fate solo danni. Marco Risi, ma perché?”.
A suscitare particolare irritazione il fatto che i ragazzini protagonisti della fiction, muniti di biciclette (in stile Stranger Things), vengano mostrati mentre si aggirano tranquillamente per il centro storico abbandonato e partecipano a lotte di quartiere per conquistarsi il territorio. Surreale il loro ingresso all’interno del Palazzo del Governo, simbolo del sisma del 6 aprile 2009 e quasi completamente distrutto dopo quella notte. Una mancanza di rispetto per molti è stata poi la punizione che una delle due bande impartisce all’altra, per cui i ragazzi devono recarsi nelle abitazioni abbandonate e rubare tutto ciò che trovano. Lo sciacallaggio nel post-sisma c’è stato, e di certo non è stato un gioco.

Anche la storia della figlia della coppia composta da Franco (Giorgio Marchesi) e Silvia (Donatella Finocchiaro), scomparsa durante la notte del terremoto e mai piu’ ritrovata, non ha riscontrato un grande successo. A scatenare l’ironia del web invece il mescolio di dialetti: a fianco ai ragazzi reperiti sul territorio aquilano, protagonisti della fiction, ce ne sono infatti molti che provengono da altre città e che cercano, senza riuscirci, di imitare il dialetto del posto. Stesso discorso per gli adulti, come il professore dall’accento marchigiano. Infine l‘utilizzo delle biciclette, digressione abbastanza fantasiosa, visto che nel capoluogo abruzzese non si è soliti utilizzare questo mezzo di locomozione nel quotidiano, sia a causa del clima rigido che per la conformazione del territorio.

Fonte: dire.it