Il libro di Massimo Brizzi sarà presentato ufficialmente sabato 30 marzo prossimo alle ore 18, presso la libreria Le Paoline in via Notarbartolo 19 F/G

Massimo Brizzi lo conosciamo tutti. Il suo sguardo curioso e sottile, i suoi occhiali rossi e l’immancabile telecamera addosso. Sempre vestito elegantemente, mi ricorda i giornalisti che negli anni ’60 e ’70 attraversavano la città correndo dietro alle notizie: Massimo Brizzi è uno di quei cronisti che consuma le proprie scarpe tutti i giorni. Nei suoi occhi e nella sua penna, tutte le luci e le ombre della città: i morti ammazzati, le iniziative antimafia, gli scioperi, i senzatetto, le cronache parlamentari, qualche “festino” e la strada. Ed è proprio sulla strada, percorrendo il portico di viale Ungheria, nel tragitto da e verso casa, che Massimo, un giorno si è fermato e ha iniziato a parlare con Aldo, il pittore e mimo francese che viveva sotto quel portico con Helios, il suo gatto. Prima curiosità giornalistica poi, nel tempo, sincera amicizia. Massimo vuole raccontare la storia di Aldo e del suo gatto. Sa di aver incontrato una persona straordinaria. Ma la mattina del 17 dicembre scorso, quando la barista del vicino bar l’ha raggiunto e ha cercato di svegliarlo, ha trovato il suo corpo senza vita, con il volto insanguinato. Il suo misero giaciglio era stato rovistato, il suo portafogli e il suo marsupio aperti e vuoti. Due giorni dopo i carabinieri fermano un sedicenne rumeno. “L’ho colpito con una spranga, ho preso 25 euro e sono andato via” dichiarerà agli investigatori. Tutti i commercianti della zona descrivevano Aldo come un uomo mite, un uomo che “non faceva male a nessuno”. Da quel giorno lettere, fiori, candele sono il segno tangibile dell’affetto che legava Aldo a tutti quelli che l’hanno conosciuto. Per tutti era Aldo, ma si chiamava Aid Abdellah. Scrisse il pezzo di cronaca, quel 17 dicembre Massimo, ma il dolore provato per l’inutile morte di Aldo gli fece scaturire da dentro “la voglia di scrivere qualcosa di più profondo – dice Massimo Brizzi – non le solite cose mordi e fuggi come spesso ero costretto a fare con le notizie del Tg”.

Oggi il ricordo di Aldo è un libro. “Ho voluto scendere davvero in quello che era il pensiero di quella persona e non soltanto tramite il dialogo che avevo sviluppato con lui nel tempo o tramite l’amicizia che ci legava. Ho voluto capirne di più raccogliendo anche le testimonianze degli amici palermitani che, come me, erano in contatto con lui, Aldo il giramondo. Da questo è risultato anche qualcosa di spirituale, cosa cui Aldo teneva molto, perché per lui la spiritualità era molto importante”, dice Massimo Brizzi.

Giovedì 28 marzo scorso, il portico di Piazzale Ungheria in cui viveva e ha trovato la morte Aldo, proprio nel giorno del suo compleanno, è stato a lui intitolato. Alla cerimonia erano presenti le autorità. C’era anche Massimo Brizzi e c’era anche il suo “Aldo ed Helios, un sogno di libertà” edito da Ex-Libris. “Scrivere questo libro mi ha cambiato molto, soprattutto nella fase della ricerca e del suo sviluppo. Quando incontravo i testimoni per intervistarli, quando parlavo con loro, ogni singolo incontro mi dava il segnale di una speranza su quello che potrebbe essere il futuro. Ci sono molte persone sensibili che, spesso non conosciamo. Io, per un caso nefasto, sono riuscito a conoscerle, a metterle in contatto tra loro, mentre prima eravamo solo tante piccole meteore che si muovevano da sole. Aldo, e il libro poi, sono stati il fil rouge che ha legato me e loro in un percorso di umanità e di ricordo. Il libro sarà presentato ufficialmente, alla presenza dell’autore, sabato 30 marzo prossimo, alle ore 18, presso la libreria Le Paoline in via Notarbartolo 19 F/G. Interverrà Giuseppe Mattina, Assessore alle attività Sociali del Comune di Palermo. Nel corso dell’incontro, introdotto e coordinato da Fernanda Di Monte, responsabile eventi delle Librerie Paoline di Palermo, Francesca Picciurro leggerà alcuni brani tratti dal libro.

Roberto Greco per referencepost.it